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Marta e Maria

In un tempo rallentato, quasi sospeso, come quello che stiamo sperimentando in questi giorni, mi risulta più semplice – e potrei anche dire necessario – ascoltarmi, cercare spazi di silenzio, amare quei “concerti” di silenzio da cui scaturisce una melodia soave fatta di suoni, immagini, colori, vibrazioni, IN CUI TUTTO È ARMONIA. È un tempo che dona pienezza, il tempo dell’Anima.

Sono pervasa dalla meravigliosa sensazione di nutrimento che mi dà il contatto con questa parte tanto importante che anch’io ho spesso sottovalutato, trascinata inconsapevolmente in un “fare” che sembrava necessario alla sopravvivenza o addirittura l’unico modo per riuscire a vivere.

Concerti di silenzio che sospingono dolcemente a riscoprire chi siamo e i talenti che possediamo, silenzi “creativi” che ci offrono l’occasione di stare nella Bellezza del nostro mondo interiore e di diffondere questo estatico stato.

E mi giunge il ricordo di un brano del Vangelo di Luca che ad un tratto mi parla in modo diverso…

Quel brano in cui Gesù si confronta con due figure femminili, Marta e Maria, ha a che fare con le sensazioni che sto sperimentando.

Marta, la sorella tutta dedita alle faccende domestiche si rivolge a Gesù dicendo: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.

Ma il Cristo le risponde: “Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola c’è bisogno”.

E all’improvviso Marta e Maria mi parlano di due parti di me, di ciascuno di noi: quella radicata a terra, pragmatica, che pensa alla sopravvivenza e immersa nel fare, e quella spirituale, animica, che sa cogliere il momento per fermarsi ed ascoltare, che sa condurci là dove nulla manca. Esse convivono in noi come pure i nostri due emisferi cerebrali – sinistro e destro – che sovrintendono rispettivamente alla logica, alla ragione e al pensiero laterale, alla creatività, ma non dimentichiamo che al di fuori di noi troviamo sistema tecnologico e mondo scientifico da una parte e scienze umane dall’altra.

Dalla trascendenza all’immanenza…ed ecco apparire l’UNO.

Sono sempre più convinta che siamo chiamati a tornare a vedere, concepire, agire, vivere secondo principi di unità sia nel microcosmo che nel macrocosmo sentendoci parte e riflessi di un tutto come spiegano le scoperte della fisica quantistica. La scienza da tempo si sta avvicinando all’umanesimo e le neuroscienze uniscono discipline scientifiche e umanistiche…ora più che mai tutto questo ci coinvolge e ci chiede di tornare all’equilibrio e all’unità.

Mi ascolto…e il messaggio ora è chiaro.

Sonia

 

In figura JAN VERMEER, CRISTO IN CASA DI MARTA E MARIA. 1956 c.a. olio su tela. National Gallery of Scotland, Edimburgo