Gaya, la sorellina di Maya … e la storia continua
Il calco di Gaya, a differenza di quello della sorellina, si staccò con grande facilità dal ventre di Alanna. Avevo pensato fosse perché la madre, fisicamente provata per le gravidanze molto ravvicinate, non era nella stessa disposizione all’accoglienza del proprio pancione che aveva durante la prima gravidanza. Ricordate che vi avevo parlato dell’attaccamento di Alanna al suo pancione e di come questo l’avesse spinta a desiderare che il giorno del parto si posticipasse rispetto alla scadenza con la conseguenza che anche il calco stesso, curiosamente, non si staccava facilmente dal suo ventre?
Stavolta Alanna sentiva che avrebbe partorito prima e, “stranamente”, anche il distacco del calco grezzo fu davvero facilissimo.
Oggi, tuttavia, credo che anche la personalità di Gaya abbia influito su quanto avvenne e quello che vi sto per raccontare vi chiarirà perché lo ritenga possibile.
Se ci penso, ancora oggi sento una forza incredibile, quella stessa forza che mi condusse a dipingere senza sosta, “tutto d’un fiato” un’opera alquanto articolata e immaginifica dal punto di vista dell’immagine.
Giorno e notte, colori caldi e colori freddi, acqua, terra, aria, fuoco. Il calco di Gaya racchiude tutto questo e unisce cielo e madre terra.
La natura vivificata in sembianze femminili e l’eterno femminino espresso in quella Luna, magica, misteriosa, magnetica al punto da guidare le maree, influire sull’umore, sul sonno, sui parti…

La madre che non si limita a creare e nutrire sul piano materico, fisico, ma che diventa madre amorevole dei mondi interiori, di quelli invisibili e dell’Universo intero.

Un’esplosione di energia vitale che include ed espande in un moto perenne.
Tutto questo era allora ben chiaro dentro di me nel linguaggio delle emozioni, che si traduceva nel mio corpo in una sorta di vibrazione instancabile che mi guidava nella realizzazione di questo incredibile, potentissimo lavoro, senza sosta e nella totale e assoluta dedizione.
Oggi mi è dato di tradurre quell’energia emozionale con le parole che qui vi scrivo esprimendo tutta la gratitudine per essere stata il mezzo attraverso cui Gaya si è manifestata.
Quando conclusi l’opera, ero come svuotata. Avevo lavorato incessantemente per tutto il giorno e sentivo un grande desiderio di riposo.
Com’è questa bimba? Un’inesauribile motrice, stimolatrice di nuove strategie per nutrire il suo desiderio di muoversi, di sperimentare, di conoscere. Sembra non stancarsi mai: è una sfida!
Tutto ciò che provavo nel realizzare il suo calco è esattamente ciò che lei è
Ora sono curiosa di vederla crescere. Sono convinta che tutta quell’energia servirà a concretizzare i suoi doni, ma solo il tempo ce lo potrà dire.

Intanto cresce insieme a Maya, suo amorevole pilastro.

Vi abbraccio e vi ringrazio per avermi letto,
Sonia
Ps: oggi il calco di Gaya è diventato la meravigliosa lampada a muro che vedete nella foto sottostante. Una lampada dall’energia palpabile in tutta la stanza che oggi illumina.
